venerdì 14 giugno 2013

Cercasi disperatamente portatori concreti di libertà

Il problema non riguarda mica i soldi. Che certo non navighiamo nell'oro, ma in questi mesi abbiamo dimostrato che in qualche modo alla fine si riesce sempre a chiuderlo il giornale.
No, il problema, purtroppo, è molto più serio.
Succede che nel 2011 abbiamo fondato questa rivista, Settentrionale Sicula. Nel febbraio del 2011. L'idea è partita dal Circolo Arci Centopassi Torregrotta, vale a dire da parte di un gruppo di persone che già da diverso tempo provava a fare del lavoro sociale e culturale in un territorio della provincia messinese, l'area tirrenica compresa fra Villafranca e Milazzo, che definire in stato di abbandono è forse riduttivo, oltre che ottimista.
I ragazzi dell'associazione hanno chiamato me, che di professione provo, con fortune economiche alterne (ma soddisfazioni professionali costanti) a fare il giornalista, e insieme abbiamo costruito quella che penso di poter considerare, con orgoglio, molto più di una rivista, cioè a dire un vero e proprio laboratorio di idee e, soprattutto, una dimostrazione vivente che non c'è niente di impossibile, nemmeno in Sicilia, neanche nella provincia di Messina: basta crederci.
Abbiamo dato alle stampe 11 numeri della rivista in due anni, abbiamo organizzato dibattiti politici su temi sentiti e delicati quale quello della costruzione dell'elettrodotto Terna a Pace del Mela, o la questione argilla a Valdina, sino all'ultimo evento di dicembre, un happening letterario con performance artistiche live, Surreale Sicula, che, nonostante se ne siano accorti in pochi, dal punto di vista organizzativo e per quel che riguarda i contenuti che siamo riusciti a diffondere, ci ha regalato grande soddisfazione.
Questa, in brevissimo, la nostra storia.
Scrivo in brevissimo perchè tutte queste cose, che sono solo una parte del nostro lavoro, le abbiamo portate avanti mettendoci passione e tempo, incontrandoci settimana dopo settimana, riunione dopo riunione, con l'unica intenzione di dare il nostro contributo al cambiamento, al cambiamento reale però, non quello di cui si parla il sabato alle 3 di notte fuori dal Rockerilla.
Non siamo gli unici, e soprattutto non siamo perfetti. Di gruppi che si muovono sul territorio fortunamente ce ne sono diversi e speriamo ne nascano sempre di più. Ne abbiamo appena avuto una splendida dimostrazione con le elezioni di Monforte San Giorgio, dove un gruppo di persone serie e determinate è riuscito nell'impresa di una vita: far diventare sindaco un ragazzo non soltanto giovane, ma a quanto pare persino onesto e preparato.
Di progetti editoriali, di spazi in cui poter esprimersi, dentro ai quali poter far sentire la propria voce in maniera strutturata, identitaria, forte e precisa, non ce ne sono invece molti. Anzi, direi che non n'è nessuno. A parte, appunto, Settentrionale Sicula.
Ecco, noi ciclicamente da più di 12 mesi, pubblichiamo qua e là, su tutti i mezzi di comunicazione a noi disponibili, un annuncio, ormai disperato, rivolto alle persone. Chiedendo di partecipare, chiedendo di venire da noi e proporci le cose che hanno da dire, tutte le cose che hanno da dire. Lo chiediamo a quelli che ogni giorno gridano che i nostri paesi fanno schifo, che non c'è lavoro, a quelli che sul loro profilo facebook pubblicano le foto del rivoluzionario “Che” Guevara e postano citazioni colte. Lo chiediamo, soprattutto, agli uomini ed alle donne, ai ragazzi ed alle ragazze, che si lamentano ogni giorno, ogni ora, in ogni tempo, esprimendo, a parole, la loro voglia di cambiare le cose.
La risposta che riceviamo, che abbiamo ricevuto, è sempre stata il vuoto, il nulla, l'assoluto silenzio.
In oltre due anni di tentativi costanti, di sforzi infiniti e sfinenti, siamo riusciti ad integrare nel gruppo originale di persone che facevano parte della nostra redazione appena due nuovi ragazzi. Senza contare che altri due, per motivi vari, c'hanno abbandonato lungo il cammino.
Noi non cerchiamo geni della scrittura, grandi letterati o dotte menti di chissà quale lunga esperienza, ma, solo e semplicemente, PERSONE.
Persone di ogni genere, età, sesso, nascita, etnia, formazione, professione e chissà cos'altro.
Persone che vogliono cercare di cambiare le cose, ma davvero, non soltanto al bar nel fine settimana.
Persone che le bandiere non le sventolano per sentirsi più uguali a qualcun altro, ma perché credono che dietro alla possibilità di scegliere un simbolo si nasconda il privilegio più grande della nostra società: la libertà.
Persone che hanno capito che il cambiamento non è un poster in una stanza o una fotografia su una maglietta, ma l'impegno civile e sociale di ogni giorno: perché il nuovo non si costruisce nel weekend, perché la rivoluzione non si fa in vacanza, perché dovremo un giorno pur dimostrare di credere davvero nelle cose in cui diciamo di credere.
Ancora, disperatamente, rinnoviamo a tutti quanti l'invito a venirci a trovare in una delle nostre riunioni di redazione, anche soltanto per la curiosità di vedere chi sono questi quattro sciroccati che provano a stampare un giornale libero in una zona in cui di libero non c'è praticamente più niente.

Vi aspettiamo...

Mauro Mondello

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