lunedì 29 ottobre 2012

Signori amministratori: vergognatevi, almeno un pó

Tre pericolose componenti della redazione, fra loro la temutissima Emanuela Sciarrone




Il problema dei nostri amici sindaci, dei nostri primi cittadini di Spadafora, di Monforte, di Torregrotta e via dicendo, é che siamo diversi da come vorrebbero loro.
Ecco qua la nostra colpa: diciamo le cose che non vogliono sentire.
Ascoltare, questo é certo, non é previsto.
Chi la pensa diversamente da loro é necessariamente in malafede: uomo dell´opposizione, progettista politico, distruttore del cambiamento. Dicono.
La causa, tutto sommato, non é nemmeno di chi le racconta, queste inettitudini. Perché dalle nostre parti sembra davvero impossibile che un gruppo di persone decida di impegnarsi in un progetto senza doverci necessariamente guadagnare. Economicamente o politicamente (che poi da noi é la stessa cosa...), s´intende.
Eppure anche ad un bambino, forse persino ad un sindaco, basterebbe analizzare i pezzi scritti dalla nostra rivista dal giugno del 2011 ad oggi, per accorgersi che non abbiamo mai seguito strategie elettorali, che abbiamo colpito e criticato a destra ed a sinistra, facendo anche molti errori, certo, ma sempre in buona fede, e soprattutto pagandoli, pagandoli tutti sulla nostra pelle.

In questi mesi ci hanno insultato, ci hanno minacciato, ci hanno attaccato, anche fisicamente, e poi, infine, hanno fatto la cosa piú grave, brutta e pericolosa che sia possibile fare in Sicilia ad un uomo, ad una donna o ad un´organizzazione: ci hanno isolato.
In qualche modo ne siamo persino orgogliosi, perché nella storia di questa meravigliosa ed orribile regione che é la Sicilia tutti gli uomini e le donne piú grandi che abbiamo mai avuto sono stati ridicolizzati, emarginati e poi, in fondo, eliminati.
Certo non ci mettiamo su quel livello di importanza, ma dobbiamo prendere atto che il tempo non cambia le cose.

Questa settimana mi sono imbattutto in un comunicato stampa realizzato dal Comune di Spadafora, un testo elaborato in seguito ad un incontro pubblico in cui l´amministrazione ha deciso di autoelogiare il suo operato, presentando a tutti i cittadini il conto di quelle opere, di quel lavoro, di cui evidentemente i cittadini stessi non si erano accorti (diversamente, carissimi signori del Comune di Spadafora, non sarebbe stato necessario organizzare un incontro, la ragione degli occhi e dei fatti avrebbe dovuto essere abbastanza, o no?).
Tra le migliaia di banalitá ed inesattezze snocciolate dal fantomatico scritto, ecco in fondo arrivare l´attacco, ormai di routine, al nostro giornale. Un attacco che per maleducazione e bassezza per niente si discosta dallo stile che il dottor Pappalardo ed il suo collega Monzú avevano mostrato nel corso dell´incontro che la nostra Emanuela Sciarrone, prode prodissima, aveva tenuto con loro meno di due mesi fa.
Due cose voglio fare notare, a quelli che il pezzo lo hanno letto, a quelli che non l´hanno letto, ed al caro dottor Pappalardo.
Ma dico io, signori, se avessimo voluto scrivere peste e corna del comune di Spadafora, e se fossimo davvero stati cosí in malafede, e se veramente avessimo voluto diffamare l´operato dell´amministrazione organizzando un sondaggio pilotato, ma perché mai ci saremmo poi tanto prodigati per cercare di avere un´intervista con voi? Per quale motivo avremmo dovuto provare, in tutti i modi, rincorrendovi a destra ed a sinistra, di darvi spazio, di farvi replicare? Non sarebbe stato piú semplice scrivere il nostro articolo di critica e tanti saluti?
La seconda: ma voi, cari Pappalardo e cari assessori di contorno, il pezzo lo avete letto? Perché se lo avete letto allora vi siete certamente accorti che si tratta di un sondaggio e, di seguito, di un commento allo stesso. SONDAGGIO!!!!! Non dunque cose inventate da noi, ma l´analisi schietta della nostra investigazione, realizzata a fronte di oltre 80 interviste, giornate intere passate per la strada a fermare le persone e sottoporgli il nostro questionario!
Se poi si vuol mettere in dubbio l´onestá della nostra rilevazione allora stiamo cambiando argomento. In quest´ultimo caso infatti, l´ho giá scritto sul numero in circolazione e lo ripeto qui nuovamente, le vie da seguire sono quelle legali e non la chiacchera da bar, tipico sport siciliano cui un´amministrazione seria non dovrebbe prendere parte. Ritenete di essere stati diffamati? Credete di poterlo dimostrare? Fate i vostri passi, senza fumo e senza paura: restiamo qui ad aspettarvi.

Fra le tante cose che abbiamo scritto, in questi mesi, c´é stato anche un articolo su Santo Sfameni, noto boss mafioso di Villafranca Tirrena spirato lo scorso gennaio.
Le amministrazioni, le stesse che oggi trovano il tempo di organizzare incontri pubblici e redigere comunicati stampa per rispondere all´articolo di un piccolo giornale come il nostro, non si sono allora nemmeno degnate, magari fosse anche stato solo per calcolo elettorale, di farci sentire la loro presenza, il loro appoggio, in un momento in cui il giornale ed i suoi componenti hanno subito delle enormi pressioni, sotto ogni punto di vista.
Cos´altro posso dire? Carissimi signori della politica locale, a noi dovete abituarvi, alla democrazia dovete abituarvi, alla possibilitá che qualcuno la pensi diversamente da voi e ve lo dica in faccia, senza paura. 
Eccoci qua: noi non abbiamo paura di voi e la bocca non ce la tappererete mai.
Mi é rimasta solo una cosa da dire, signori sindaci: vergognatevi, almeno un pó.

Mauro Mondello - direttore di Settentrionale Sicula