venerdì 15 febbraio 2013

Il paese reale


di Daniele D'Agostino



In questi giorni zuppi di campagna elettorale, pioggia, coriandoli, arresti, indagini, colpi più o meno bassi arriva come un poco diplomatico protagonista il caro e affezionatissimo Festival della canzone Italiana di Sanremo che dal suo storico teatro Ariston tanto fa discutere nei bar oltre a tenere incollati milioni di italiani davanti alla tv.
E' proprio seguendo le serate messe su da Fazio & Co. (piene di musica e par condicio) che mi è tornata in mente questa bellissima canzone sanremese di tre anni fa cantata dagli Afterhours : “Il paese è reale” si intitolava. Come ogni buona canzone ovviamente venne eliminata la prima sera dal concorso ma poi venne premiata con il premio della critica intitolato alla compianta Mia Martini.
Il mio invito all'ascolto di suddetta canzone non ha lo scopo di attaccare i metri di giudizio applicati al Festival bensì quello di sottolineare il senso di estrema attualità che riesce ad aderire alla luce della campagna elettorale che a tamburo battente si avvia al rush finale che sfocerà nelle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio prossimi.
L’impetuosa rabbia che esplode dalla melodia e dalle parole de “Il paese è reale” può permettere un riorientamento della bussola della nostra partecipazione democratica alla vita del paese.
Le elezioni sono il momento più alto in cui si esprime la democratica partecipazione diretta dei cittadini: con quella “x” si ha la possibilità di determinare il proprio futuro e quello della collettività. Troppo spesso quel piccolo segno è stato vittima di mercanteggiamenti, di scelte superficiali, di rassegnazione accompagnata alla classica frase “tanto nulla potrà mai cambiare”.
Non è mia intenzione fare campagna elettorale, queste righe non vogliono dare nessuna investitura a chicchessia, il mio vuole essere solo un monito alla responsabilità: informatevi, discutete, ascoltate, leggete, fatevi un opinione, ragionate, siate partecipi, fate “qualcosa che serva” con quel segno per far bene alla vostra Italia.

E tu vuoi fare qualcosa che serva
E farlo prima che il tuo amore si perda
Non ti accorgi che se lo vuoi tu
Quel che valeva poi non vale più

Se ti han detto resta a casa
Vola basso non scocciare
Se disprezzi puoi comprare
Se vale tutto niente vale
Se non sai più se sei un uomo
Se hai paura di sbagliare
Se hai solo voglia di pensare
Che fra poco è primavera

L'appuntamento elettorale con il passare delle settimane si sta tingendo sempre più di un significato quasi da ultima spiaggia per il nostro paese; questa virtuale terza Repubblica che ancora sembra una massa amorfa imperscrutabile potrebbe essere il volano che determinerà il futuro nostro e delle generazioni future. Il tempo dei giochi forse è veramente finito. E se i giochi sono davvero finiti forse è arrivato il momento di essere i veri protagonisti. E possiamo esserlo solo rendendo assolutamente intimo e vero quell’istante che nel segreto dell’urna vorremo esprimere.

Io voglio far qualcosa che serva
Dir la verità è un atto d'amore
Fatto per la nostra rabbia che muore


Buon voto a tutti.


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