Tre pericolose componenti della redazione, fra loro la temutissima Emanuela Sciarrone |
Il problema dei nostri
amici sindaci, dei nostri primi cittadini di Spadafora, di
Monforte, di Torregrotta e via dicendo, é che siamo diversi da come
vorrebbero loro.
Ecco qua la nostra colpa:
diciamo le cose che non vogliono sentire.
Ascoltare, questo é
certo, non é previsto.
Chi la pensa diversamente
da loro é necessariamente in malafede: uomo dell´opposizione,
progettista politico, distruttore del cambiamento. Dicono.
La causa, tutto sommato,
non é nemmeno di chi le racconta, queste inettitudini. Perché dalle
nostre parti sembra davvero impossibile che un gruppo di persone
decida di impegnarsi in un progetto senza doverci necessariamente
guadagnare. Economicamente o politicamente (che poi da noi é la stessa cosa...), s´intende.
Eppure anche ad un
bambino, forse persino ad un sindaco, basterebbe analizzare i pezzi
scritti dalla nostra rivista dal giugno del 2011 ad oggi, per
accorgersi che non abbiamo mai seguito strategie elettorali, che
abbiamo colpito e criticato a destra ed a sinistra, facendo anche
molti errori, certo, ma sempre in buona fede, e soprattutto
pagandoli, pagandoli tutti sulla nostra pelle.
In questi mesi ci hanno
insultato, ci hanno minacciato, ci hanno attaccato, anche
fisicamente, e poi, infine, hanno fatto la cosa piú grave, brutta e
pericolosa che sia possibile fare in Sicilia ad un uomo, ad una
donna o ad un´organizzazione: ci hanno isolato.
In qualche modo ne siamo
persino orgogliosi, perché nella storia di questa meravigliosa ed
orribile regione che é la Sicilia tutti gli uomini e le donne piú
grandi che abbiamo mai avuto sono stati ridicolizzati, emarginati e
poi, in fondo, eliminati.
Certo non ci mettiamo su
quel livello di importanza, ma dobbiamo prendere atto che il tempo non cambia le
cose.
Questa settimana mi sono
imbattutto in un comunicato stampa realizzato dal Comune di
Spadafora, un testo elaborato in seguito ad un incontro pubblico in
cui l´amministrazione ha deciso di autoelogiare il suo operato,
presentando a tutti i cittadini il conto di quelle opere, di quel
lavoro, di cui evidentemente i cittadini stessi non si erano accorti
(diversamente, carissimi signori del Comune di Spadafora, non sarebbe
stato necessario organizzare un incontro, la ragione degli occhi e
dei fatti avrebbe dovuto essere abbastanza, o no?).
Tra le migliaia di
banalitá ed inesattezze snocciolate dal fantomatico scritto, ecco in
fondo arrivare l´attacco, ormai di routine, al nostro giornale. Un
attacco che per maleducazione e bassezza per niente si discosta dallo
stile che il dottor Pappalardo ed il suo collega Monzú avevano
mostrato nel corso dell´incontro che la nostra Emanuela Sciarrone,
prode prodissima, aveva tenuto con loro meno di due mesi fa.
Due cose voglio fare
notare, a quelli che il pezzo lo hanno letto, a quelli che non
l´hanno letto, ed al caro dottor Pappalardo.
Ma dico io, signori, se
avessimo voluto scrivere peste e corna del comune di Spadafora, e se
fossimo davvero stati cosí in malafede, e se veramente avessimo
voluto diffamare l´operato dell´amministrazione organizzando un
sondaggio pilotato, ma perché mai ci saremmo poi tanto prodigati per
cercare di avere un´intervista con voi? Per quale motivo avremmo
dovuto provare, in tutti i modi, rincorrendovi a destra ed a
sinistra, di darvi spazio, di farvi replicare? Non sarebbe stato piú semplice scrivere
il nostro articolo di critica e tanti saluti?
La seconda: ma voi, cari
Pappalardo e cari assessori di contorno, il pezzo lo avete letto?
Perché se lo avete letto allora vi siete certamente accorti che si
tratta di un sondaggio e, di seguito, di un commento allo stesso.
SONDAGGIO!!!!! Non dunque cose inventate da noi, ma l´analisi
schietta della nostra investigazione, realizzata a fronte di oltre 80 interviste, giornate intere passate per la strada a fermare le persone e sottoporgli il nostro questionario!
Se poi si vuol
mettere in dubbio l´onestá della nostra rilevazione allora stiamo cambiando argomento. In
quest´ultimo caso infatti, l´ho giá scritto sul numero in
circolazione e lo ripeto qui nuovamente, le vie da seguire sono
quelle legali e non la chiacchera da bar, tipico sport siciliano cui
un´amministrazione seria non dovrebbe prendere parte. Ritenete di
essere stati diffamati? Credete di poterlo dimostrare? Fate i vostri
passi, senza fumo e senza paura: restiamo qui ad aspettarvi.
Fra le tante cose che
abbiamo scritto, in questi mesi, c´é stato anche un articolo su
Santo Sfameni, noto boss mafioso di Villafranca Tirrena spirato lo
scorso gennaio.
Le amministrazioni, le
stesse che oggi trovano il tempo di organizzare incontri pubblici e
redigere comunicati stampa per rispondere all´articolo di un piccolo
giornale come il nostro, non si sono allora nemmeno degnate, magari fosse
anche stato solo per calcolo elettorale, di farci sentire la loro presenza, il loro appoggio, in un momento in cui il giornale ed i suoi componenti
hanno subito delle enormi pressioni, sotto ogni punto di vista.
Cos´altro posso dire? Carissimi signori della politica locale, a noi dovete abituarvi, alla democrazia dovete abituarvi, alla possibilitá che qualcuno la pensi diversamente da voi e ve lo dica in faccia, senza paura.
Eccoci qua: noi non abbiamo paura di voi e la bocca non ce la
tappererete mai.
Mi é rimasta solo una
cosa da dire, signori sindaci: vergognatevi, almeno un pó.
Mauro Mondello - direttore di Settentrionale Sicula